Come difendersi dalla degenerazione maculare senile?
Difendersi dalla degenerazione maculare senile è un’impresa assai ardua se non si conoscono bene i passi da seguire, soprattutto in età avanzata…
La speranza è la terapia fotodinamica.
L’età media della nostra popolazione aumenta e con essa aumentano le malattie degenerative legate agli anni.
La degenerazione maculare senile è infatti una malattia della retina che colpisce persone con più di cinquant’anni.
Nei Paesi occidentali è tra le principali cause di cecità legale: ogni anno in Italia i nuovi malati sono alcune migliaia.
Questa malattia danneggia la parte più nobile e centrale della retina, cioè la macula, che rappresenta una piccola area di retina di appena 1,5-2 mm, ma di fondamentale importanza per poter discriminare i dettagli delle immagini.
Il malato non diventa cieco del tutto: perde la capacità di vedere in modo distinto, non riesce più a leggere, a riconoscere i colori, i volti e le fisionomie, ma conserva il campo visivo periferico.
Ne esistono due forme dette, rispettivamente, “asciutta” e “umida”.
La prima si manifesta senza sintomi particolari e determina una lenta e graduale diminuzione di vista. La seconda, meno frequente, è però più grave perché il decorso è molto rapido.
Essa può portare alla crescita di vasi sanguigni nuovi nella retina che nel giro di uno o due anni al massimo danneggiano a vista.
Il primo campanello d’allarme può essere la comparsa di una macchia nera (scotoma) nel campo visivo oppure le linee dritte diventano storte e i caratteri si deformano.
Questi fenomeni possono essere controllati direttamente dal malato usando un reticolo a quadretti che si chiama reticolo di Amsler (vedere il test a fianco).
In questo caso bisogna recarsi subito dall’oculista, che eseguirà due esami (l’oftalmoscopia e la fluorangiografia) per studiare il fondo dell’occhio e precisare le caratteristiche della singola forma.
Talvolta non esistono cure risolutive.
In pochi casi la forma “umida” può essere trattata con il laser, ma i risultati sono modesti: nell’ipotesi migliore si ottiene una stabilizzazione della malattia.
In questi ultimi anni è stato messo, a punto un nuovo tipo di terapia che si esegue soltanto in alcuni centri specializzati: la terapia fotodinamica o PDT.
Attualmente il nostro Reparto di Oculistica è tra i Centri che possono ricorrere a questo tipo particolare di terapia attraverso l’iniezione in vena di una sostanza fotosensibile che, attivata grazie ad uno speciale laser, determina la chiusura dei vasi sanguigni e la cicatrizzazione della lesione senza danneggiare ulteriormente la retina.
Le persone trattate con questo sistema hanno una regressione della malattia abbastanza duratura e una buona conservazione della vista.